Null Caprice de verrier, vetro da capriccio, realizzato in vetro trasparente fil…
Descrizione

Caprice de verrier, vetro da capriccio, realizzato in vetro trasparente filigranato con l'aggiunta di vetro blu a forma di protome di maiale. Corpo cilindrico in vetro a retorti alternato a filetti bianchi, testa con muso, orecchie e occhi, la parte superiore che forma un collo, estremità delle zampe anteriori con una vanga. Venezia, fine del XVI secolo Altezza: 12 cm - Larghezza: 7,4 cm - Lunghezza: 8,9 cm (piccoli incidenti e pezzi mancanti) Questo curioso vetro fa parte dei vetri da capiccio che i maestri vetrai muranesi, ma anche alcuni attivi a Firenze alla corte dei Medici, realizzarono a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Questi curiosi oggetti, fiaschette o lampade a olio, assumevano la forma di animali domestici (cani, gatti, conigli) o altri come pesci, uccelli e delfini, ma anche immaginari e fantastici, caratterizzati da creste dorsali e atteggiamenti aggressivi. Lo scopo di questi oggetti era puramente decorativo e rifletteva il virtuosismo tecnico e l'immaginazione creativa di questi artisti. Queste opere si trovano nella Bichierografia, un catalogo di 1600 fogie di bicchieri compilato nel 1604 dal disegnatore romano Giovanni Maggi (1566-1618), documento che dedicò al cardinale Francesco Maria del Monte. Opere consultate: A. Bova ed., L'Avventura del vetro dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani, Milano, 2010, p 177-183.

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Caprice de verrier, vetro da capriccio, realizzato in vetro trasparente filigranato con l'aggiunta di vetro blu a forma di protome di maiale. Corpo cilindrico in vetro a retorti alternato a filetti bianchi, testa con muso, orecchie e occhi, la parte superiore che forma un collo, estremità delle zampe anteriori con una vanga. Venezia, fine del XVI secolo Altezza: 12 cm - Larghezza: 7,4 cm - Lunghezza: 8,9 cm (piccoli incidenti e pezzi mancanti) Questo curioso vetro fa parte dei vetri da capiccio che i maestri vetrai muranesi, ma anche alcuni attivi a Firenze alla corte dei Medici, realizzarono a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Questi curiosi oggetti, fiaschette o lampade a olio, assumevano la forma di animali domestici (cani, gatti, conigli) o altri come pesci, uccelli e delfini, ma anche immaginari e fantastici, caratterizzati da creste dorsali e atteggiamenti aggressivi. Lo scopo di questi oggetti era puramente decorativo e rifletteva il virtuosismo tecnico e l'immaginazione creativa di questi artisti. Queste opere si trovano nella Bichierografia, un catalogo di 1600 fogie di bicchieri compilato nel 1604 dal disegnatore romano Giovanni Maggi (1566-1618), documento che dedicò al cardinale Francesco Maria del Monte. Opere consultate: A. Bova ed., L'Avventura del vetro dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani, Milano, 2010, p 177-183.

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