Null Kitab al-Amthal. Seu Proverbiorum Arabicorum Centuriae Duae. Ab anonymo quo…
Descrizione

Kitab al-Amthal. Seu Proverbiorum Arabicorum Centuriae Duae. ab anonymo quodam Arabe collectæ & explicatæ. Cum interpretatione Latina et scholiis. Leida, Raphalengius, 1614. In-8 pergamena coeva. Titolo (6)-126 p. Schnurrer 216. Philologia Orientalis 267. Vecchie lievi macchie, qualche macchia sparsa, rilegatura usurata. Prima edizione. Una raccolta di 200 proverbi arabi, compilata anonimamente dal giurista musulmano Abu Ubaid al-Qasim Ibn Sallam, edita in arabo, tradotta in latino e commentata da Joseph Justus Scaliger e Thomas Erpenius, dedicata a Isaac Casaubonus. Quest'opera è una pietra miliare nella storia degli studi arabi occidentali. L'edizione di questi proverbi ha richiesto molto tempo per cristallizzarsi. Originariamente, il testo arabo fu acquisito a Roma dallo studioso francese Florens Christianus, che chiese a un arabo libanese di tradurlo in latino. In seguito consegnò l'opera a Casaubonus, su sollecitazione del quale lo studioso olandese Adrian Willemsz e, dopo la sua prematura scomparsa, Scaligero iniziarono una revisione, che fu infine pubblicata da Erpenius.

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Kitab al-Amthal. Seu Proverbiorum Arabicorum Centuriae Duae. ab anonymo quodam Arabe collectæ & explicatæ. Cum interpretatione Latina et scholiis. Leida, Raphalengius, 1614. In-8 pergamena coeva. Titolo (6)-126 p. Schnurrer 216. Philologia Orientalis 267. Vecchie lievi macchie, qualche macchia sparsa, rilegatura usurata. Prima edizione. Una raccolta di 200 proverbi arabi, compilata anonimamente dal giurista musulmano Abu Ubaid al-Qasim Ibn Sallam, edita in arabo, tradotta in latino e commentata da Joseph Justus Scaliger e Thomas Erpenius, dedicata a Isaac Casaubonus. Quest'opera è una pietra miliare nella storia degli studi arabi occidentali. L'edizione di questi proverbi ha richiesto molto tempo per cristallizzarsi. Originariamente, il testo arabo fu acquisito a Roma dallo studioso francese Florens Christianus, che chiese a un arabo libanese di tradurlo in latino. In seguito consegnò l'opera a Casaubonus, su sollecitazione del quale lo studioso olandese Adrian Willemsz e, dopo la sua prematura scomparsa, Scaligero iniziarono una revisione, che fu infine pubblicata da Erpenius.

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