Null ANTONIO TEMPESTA

(Firenze 1555 - Roma 1630)



LA BATTAGLIA DI ZAMA

Olio …
Descrizione

ANTONIO TEMPESTA (Firenze 1555 - Roma 1630) LA BATTAGLIA DI ZAMA Olio su tela, cm. 142 x 218 PROVENIENZA Collezione privata, Vicenza L'episodio narrato in questo splendido dipinto, si riferisce alla battaglia di Zama, avvenuta nel 202 a.C. Le forze in campo erano i romani contro i cartaginesi e l'esercito guidato da Scipione l'africano compì un azione di scompiglio inducendo gli elefanti in fuga i quali travolsero i soldati cartaginesi. Nel pieno della della confusione le frecce scoccate dall'esercito romano trafissero i loro avversari. L'evento narrato da Livio, Polibio, Cornelio Nepote ed Eutropio si traduce, in questo dipinto di grande impatto scenico, in un complesso groviglio tra cavalli e cavalieri. Le posture dei soldati e la forza che emerge dalle armature in cuoio rimandano ad una cultura manierista con riferimento ad Antonio Tempesta, autore di un cospicuo numero di incisioni e dipinti realizzati, soprattutto su rame, alabastro e pietra paesina che hanno per tema episodi di battaglia e scene di caccia. Alcune di queste opere sono custodite a Roma alla Galleria Borghese e Galleria Doria Pamphilj, a Torino alla Galleria Sabauda e a Parigi al museo del Louvre. È probabile che il dipinto in questione, per le elevate misure, sia stato realizzato ai fini di un arazzo come ipotizza nella perizia lo studioso Giancarlo Sestieri CONDIZIONI DEL DIPINTO Rintelo novecentesco. Alcuni punti di restauro sparsi sul cielo, qualche restauro ossidato sulla scena della battaglia Il dipinto è accompagnato da perizia del Prof. Giancarlo Sestieri, in data 8 novembre 2021

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ANTONIO TEMPESTA (Firenze 1555 - Roma 1630) LA BATTAGLIA DI ZAMA Olio su tela, cm. 142 x 218 PROVENIENZA Collezione privata, Vicenza L'episodio narrato in questo splendido dipinto, si riferisce alla battaglia di Zama, avvenuta nel 202 a.C. Le forze in campo erano i romani contro i cartaginesi e l'esercito guidato da Scipione l'africano compì un azione di scompiglio inducendo gli elefanti in fuga i quali travolsero i soldati cartaginesi. Nel pieno della della confusione le frecce scoccate dall'esercito romano trafissero i loro avversari. L'evento narrato da Livio, Polibio, Cornelio Nepote ed Eutropio si traduce, in questo dipinto di grande impatto scenico, in un complesso groviglio tra cavalli e cavalieri. Le posture dei soldati e la forza che emerge dalle armature in cuoio rimandano ad una cultura manierista con riferimento ad Antonio Tempesta, autore di un cospicuo numero di incisioni e dipinti realizzati, soprattutto su rame, alabastro e pietra paesina che hanno per tema episodi di battaglia e scene di caccia. Alcune di queste opere sono custodite a Roma alla Galleria Borghese e Galleria Doria Pamphilj, a Torino alla Galleria Sabauda e a Parigi al museo del Louvre. È probabile che il dipinto in questione, per le elevate misure, sia stato realizzato ai fini di un arazzo come ipotizza nella perizia lo studioso Giancarlo Sestieri CONDIZIONI DEL DIPINTO Rintelo novecentesco. Alcuni punti di restauro sparsi sul cielo, qualche restauro ossidato sulla scena della battaglia Il dipinto è accompagnato da perizia del Prof. Giancarlo Sestieri, in data 8 novembre 2021

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