Null Jean DUBUFFET (1901-1985)

Teatro Maschera IV, 6 marzo 1969

Trasferimento …
Descrizione

Jean DUBUFFET (1901-1985) Teatro Maschera IV, 6 marzo 1969 Trasferimento su poliestere, monogramma e data 69 sul lato destro Pezzo unico, originariamente montato su una base di plexiglass H. 39,5 cm - L. 31,5 cm - P. 5 cm esclusa la base H. 46,5 cm - L. 31,5 cm - P. 20 cm con base DV Lavoro leggermente impolverato con alcune piccole scheggiature di vernice nera sui bordi e una piccolissima scheggiatura sul retro. Bibliografia : Max Loreau, Catalogue des travaux de Jean Dubuffet, fascicolo XXIV: Tour aux figures, amoncellements, cabinet logologique. Parigi, Weber, 1973, descritto e riprodotto al numero 130, pagina 132. Quest'opera è la quarta della rara serie dei Masques de théâtre, che conta solo cinque variazioni. Provenienza : Collezione Michelle e Pierre Fagot, dono di Henri Creuzevault alla figlia e al genero. L'abbondanza creativa di Jean Dubuffet non ha eguali nella seconda metà del XX secolo. L'artista ha agito in totale libertà creativa, incanalata da un estremo rigore nella produzione e nell'organizzazione delle sue opere, procedendo per serie, esaurendo il potenziale creativo di un'idea, di un tema, di una tecnica, di un mezzo o di un materiale, pur concedendosi ovviamente di andare e venire. A partire dal 1962 inizia l'ambiziosissimo ciclo de L'Hourloupe, nome fuorviante che raccoglie una grande varietà di creazioni, che vanno da ambienti monumentali come La Closerie Falbala (1971-1973) a La Tour aux figures (1968-1985), a performance dal vivo come Coucou Bazar (1973), senza dimenticare dipinti, disegni e sculture, caratterizzati dalla presenza di tre colori essenziali, il rosso, il blu e il bianco, sempre più spesso punteggiati da strisce o tratteggi. Nel registro della scultura essenziale del ciclo L'Hourloupe, Jean Dubuffet sviluppa una tecnica totalmente innovativa lavorando con materiali totalmente sintetici, poliestere, epossidici o addirittura polistirolo. La brevissima suite di Masques de Théâtre, composta da sole cinque creazioni, segue il completamento del Cabinet Logologique, che ha occupato l'artista dall'agosto 1967 al febbraio 1969, un luogo meditativo ora situato nel cuore de La Closerie Falbala. Queste sorprendenti figure ricordano le sette figure monumentali concepite alla fine del 1967, praticabili prefigurando il balletto Coucou Bazar, ma possiedono innegabilmente una propria autonomia, che non sembrerebbe incongruo interpretare come un catalogo di figure espressive, la cui varietà plastica evoca le celebri maschere del teatro Noh. Questa scultura è la terza di questa suite di cinque che verrà offerta all'asta pubblica da De Baecque & associés, dopo il successo di Masque de théâtre II, battuta all'asta l'11 dicembre 2019, e Masque de théâtre I, battuta all'asta il 19 novembre 2021; queste due precedenti sculture provenivano dalla collezione di Colette Creuzevault.

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Jean DUBUFFET (1901-1985) Teatro Maschera IV, 6 marzo 1969 Trasferimento su poliestere, monogramma e data 69 sul lato destro Pezzo unico, originariamente montato su una base di plexiglass H. 39,5 cm - L. 31,5 cm - P. 5 cm esclusa la base H. 46,5 cm - L. 31,5 cm - P. 20 cm con base DV Lavoro leggermente impolverato con alcune piccole scheggiature di vernice nera sui bordi e una piccolissima scheggiatura sul retro. Bibliografia : Max Loreau, Catalogue des travaux de Jean Dubuffet, fascicolo XXIV: Tour aux figures, amoncellements, cabinet logologique. Parigi, Weber, 1973, descritto e riprodotto al numero 130, pagina 132. Quest'opera è la quarta della rara serie dei Masques de théâtre, che conta solo cinque variazioni. Provenienza : Collezione Michelle e Pierre Fagot, dono di Henri Creuzevault alla figlia e al genero. L'abbondanza creativa di Jean Dubuffet non ha eguali nella seconda metà del XX secolo. L'artista ha agito in totale libertà creativa, incanalata da un estremo rigore nella produzione e nell'organizzazione delle sue opere, procedendo per serie, esaurendo il potenziale creativo di un'idea, di un tema, di una tecnica, di un mezzo o di un materiale, pur concedendosi ovviamente di andare e venire. A partire dal 1962 inizia l'ambiziosissimo ciclo de L'Hourloupe, nome fuorviante che raccoglie una grande varietà di creazioni, che vanno da ambienti monumentali come La Closerie Falbala (1971-1973) a La Tour aux figures (1968-1985), a performance dal vivo come Coucou Bazar (1973), senza dimenticare dipinti, disegni e sculture, caratterizzati dalla presenza di tre colori essenziali, il rosso, il blu e il bianco, sempre più spesso punteggiati da strisce o tratteggi. Nel registro della scultura essenziale del ciclo L'Hourloupe, Jean Dubuffet sviluppa una tecnica totalmente innovativa lavorando con materiali totalmente sintetici, poliestere, epossidici o addirittura polistirolo. La brevissima suite di Masques de Théâtre, composta da sole cinque creazioni, segue il completamento del Cabinet Logologique, che ha occupato l'artista dall'agosto 1967 al febbraio 1969, un luogo meditativo ora situato nel cuore de La Closerie Falbala. Queste sorprendenti figure ricordano le sette figure monumentali concepite alla fine del 1967, praticabili prefigurando il balletto Coucou Bazar, ma possiedono innegabilmente una propria autonomia, che non sembrerebbe incongruo interpretare come un catalogo di figure espressive, la cui varietà plastica evoca le celebri maschere del teatro Noh. Questa scultura è la terza di questa suite di cinque che verrà offerta all'asta pubblica da De Baecque & associés, dopo il successo di Masque de théâtre II, battuta all'asta l'11 dicembre 2019, e Masque de théâtre I, battuta all'asta il 19 novembre 2021; queste due precedenti sculture provenivano dalla collezione di Colette Creuzevault.

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