Null PROTESI DEL TORO

Sumer, 3° millennio a.C.

Calcare; gli occhi fatti di con…
Descrizione

PROTESI DEL TORO Sumer, 3° millennio a.C. Calcare; gli occhi fatti di conchiglie e bitume (?) H. 9,5 cm Provenienza Ex collezione privata europea, 1985 Christie's New York, 9 giugno 2009 Collezione privata, acquisita sul mercato dell'arte americana, New York, 2009 La testa dell'animale è caratterizzata da grandi occhi a mandorla, lo sguardo vivace reso dall'interno della conchiglia e la pupilla in pietra nera (bitume?). L'area sopra-orbitale L'area sopra-orbitale è segnata da tre linee profonde, curve e incavate. Il muso è largo e il solco nasale è anche definito da una linea incisa e da due piccole cavità. Ci sono cavità per il fissaggio delle orecchie e delle corna, probabilmente in un materiale diverso. Questa era un'opera composita. È probabile che tali immagini fossero una sorta di sostituto degli animali sacrificali: la loro presenza era considerata un'offerta simbolica e perpetua alla divinità. Testa completa ma riattaccata, alcune scheggiature; piccoli restauri. Per un tipo simile (in bronzo) vedi Musée du Louvre, inv. AO2676. Il toro: simbolo di forza e fertilità Tra i mesopotamici, dalle prime epoche dinastiche al periodo neobabilonese, l'immagine del toro è direttamente legata a quelle degli dei. L'animale gioca un ruolo centrale nelle più antiche religioni conosciute del Mediterraneo e dei suoi confini. Era considerato l'agente visibile della forza invisibile che muove e feconda la natura. Per i Sumeri del terzo millennio, il Toro era una costellazione regina, quella di GUD.AN.NA, che segnava l'equinozio di primavera e l'inizio del nuovo anno. Il Toro è rimasto a lungo il simbolo della primavera e del sorgere del Sole. Una protome di testa di toro calcarea sumera. Ca.3° millennio a.C. La testa dell'animale è caratterizzata da grandi occhi a mandorla, lo sguardo intenso in conchiglia e la pupilla in una pietra scura (bitume?). La zona sopraorbitale è segnata da tre linee profonde curve e incavate. Il muso è largo e il solco nasale è anche definito da una linea incisa e da due piccole cavità. Presenza di cavità per il fissaggio in composito probabilmente in un altro materiale delle orecchie e delle corna. Era un'opera composita. È probabile che tali immagini fossero una sorta di sostituto degli animali sacrificali: la loro presenza era vista come un simbolico e dedizione perpetua alla divinità. Testa completa ma incollata, alcune scheggiature; piccoli restauri. Per una tipologia simile (in bronzo) vedi Museo del Louvre, inv. AO2676. Il toro: simbolo di forza e fertilità Tra i mesopotamici, dalle prime epoche dinastiche al periodo neobabilonese, l'immagine del toro è direttamente collegata a quelle degli dei. L'animale gioca anche un ruolo centrale nelle più antiche religioni conosciute del Mediterraneo e dei suoi confini. Era considerato l'agente visibile della forza invisibile che muove e feconda la natura. Il Toro era per i Sumeri del terzo millennio una costellazione regina, quella di GUD.AN.NA, che segnava l'equinozio di primavera e l'inizio del nuovo anno. Il Toro è stato a lungo il simbolo della primavera e dell'ascensione del Sole.

PROTESI DEL TORO Sumer, 3° millennio a.C. Calcare; gli occhi fatti di conchiglie e bitume (?) H. 9,5 cm Provenienza Ex collezione privata europea, 1985 Christie's New York, 9 giugno 2009 Collezione privata, acquisita sul mercato dell'arte americana, New York, 2009 La testa dell'animale è caratterizzata da grandi occhi a mandorla, lo sguardo vivace reso dall'interno della conchiglia e la pupilla in pietra nera (bitume?). L'area sopra-orbitale L'area sopra-orbitale è segnata da tre linee profonde, curve e incavate. Il muso è largo e il solco nasale è anche definito da una linea incisa e da due piccole cavità. Ci sono cavità per il fissaggio delle orecchie e delle corna, probabilmente in un materiale diverso. Questa era un'opera composita. È probabile che tali immagini fossero una sorta di sostituto degli animali sacrificali: la loro presenza era considerata un'offerta simbolica e perpetua alla divinità. Testa completa ma riattaccata, alcune scheggiature; piccoli restauri. Per un tipo simile (in bronzo) vedi Musée du Louvre, inv. AO2676. Il toro: simbolo di forza e fertilità Tra i mesopotamici, dalle prime epoche dinastiche al periodo neobabilonese, l'immagine del toro è direttamente legata a quelle degli dei. L'animale gioca un ruolo centrale nelle più antiche religioni conosciute del Mediterraneo e dei suoi confini. Era considerato l'agente visibile della forza invisibile che muove e feconda la natura. Per i Sumeri del terzo millennio, il Toro era una costellazione regina, quella di GUD.AN.NA, che segnava l'equinozio di primavera e l'inizio del nuovo anno. Il Toro è rimasto a lungo il simbolo della primavera e del sorgere del Sole. Una protome di testa di toro calcarea sumera. Ca.3° millennio a.C. La testa dell'animale è caratterizzata da grandi occhi a mandorla, lo sguardo intenso in conchiglia e la pupilla in una pietra scura (bitume?). La zona sopraorbitale è segnata da tre linee profonde curve e incavate. Il muso è largo e il solco nasale è anche definito da una linea incisa e da due piccole cavità. Presenza di cavità per il fissaggio in composito probabilmente in un altro materiale delle orecchie e delle corna. Era un'opera composita. È probabile che tali immagini fossero una sorta di sostituto degli animali sacrificali: la loro presenza era vista come un simbolico e dedizione perpetua alla divinità. Testa completa ma incollata, alcune scheggiature; piccoli restauri. Per una tipologia simile (in bronzo) vedi Museo del Louvre, inv. AO2676. Il toro: simbolo di forza e fertilità Tra i mesopotamici, dalle prime epoche dinastiche al periodo neobabilonese, l'immagine del toro è direttamente collegata a quelle degli dei. L'animale gioca anche un ruolo centrale nelle più antiche religioni conosciute del Mediterraneo e dei suoi confini. Era considerato l'agente visibile della forza invisibile che muove e feconda la natura. Il Toro era per i Sumeri del terzo millennio una costellazione regina, quella di GUD.AN.NA, che segnava l'equinozio di primavera e l'inizio del nuovo anno. Il Toro è stato a lungo il simbolo della primavera e dell'ascensione del Sole.

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