PROUST Marcel (1871-1922) L.A.S. Indirizzata a Jacques RIVIÈRE. S.L.N.D. (26 apr…
Descrizione

PROUST Marcel (1871-1922)

L.A.S. indirizzata a Jacques RIVIÈRE. S.l.n.d. (26 aprile 1920). 9 pp. in-8 in inchiostro marrone. Lettera straordinaria che critica la Nouvelle Revue Française, una "torre di babele" piena di "pedanti analfabeti! All'interno della Nouvelle Revue Française, Jacques Rivière era l'interlocutore privilegiato di Marcel Proust. La sua comprensione immediata e profonda dell'opera del romanziere stupì lo scrittore, che ebbe con lui scambi intellettuali più ricchi che con chiunque altro. È molto raro trovare una critica così forte dalla penna di Marcel Proust: "Perdonatemi, nonostante la mia estrema stanchezza, se vi dico la mia opinione sulla Rivista con una franchezza in cui sentirete che c'è solo una profonda amicizia. Vi ho fatto abbastanza complimenti per gli ultimi numeri per dirvi che, avendo comprato il numero di aprile l'altro ieri, mi è apparso come una Torre di Babele che dovrebbe essere una Torre Prend Garde per il futuro, se non è già una Torre molto magra. (...) Tra di noi, quante chiacchiere sulla pittura, la psicologia, la musica, che danno la sensazione di un terribile dilettantismo. Non ricordo se è M. Allard o M. Durieu de la Carelle [Drieu la Rochelle] (che proliferano molto in questo numero) che dovrebbero essere accusati, ma preferirei un articolo di franca compiacenza, di ammirazione per amicizia per qualcuno che non merita questa ammirazione (come la dedica di Baudelaire a Gautier ecc. ecc. e quella di Nerval a Dumont). ecc. e Nerval a Dumas) che vedere sinceramente, senza parzialità, parlare così di Espinas come di un grande uomo, di Gyp, di tutti, di cui non si parla! Si sente l'incompetenza per Vermeer, per Debussy, occhi per non vedere, orecchie per sentire. Una sfilata di nomi propri per comporre un dizionario ed estratti a sorte. Una rivista ha il diritto di essere chiusa e dottrinaria solo se chi vi parla sa di cosa parla. In che modo una tale frase di M. Durieu de la Rochelle su Paul Adam è più "in francese" di quelle, giustamente incriminate da Allard, di Bataille. (...) Caro amico, è sciocco scriverti questo, che non mi riguarda, ma l'amicizia, permettimi di dire la tenerezza, ha i suoi doveri, e tu faresti meglio (anche se non approvo del tutto neanche questo) a fare appello al vero talento, anche se è covato fuori da N.R.F, fareste meglio a pubblicare delle vere opere (per esempio delle traduzioni notevoli, un sostituto di Folie Allmeyer) che accumulare queste note incoerenti e perentorie. Il signor Lhote può avere idee ristrette (che non trovo), ma sa di cosa parla. Quando Blanche ha descritto lo studio e la tavolozza di Fantin e Manet, stava imparando qualcosa. Ma le formule vuote degli analfabeti pedanti! (...)»

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PROUST Marcel (1871-1922)

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