[CORSE]. [GUELFUCCI (Bonfigliu)]. La Corsica a suoi figli. Campulori, Domenico A…
Descrizione

[CORSE]. [GUELFUCCI (Bonfigliu)].

La Corsica a suoi figli. Campulori, Domenico Ascione, 1760. Piccolo in-4, pergamena rigida, titolo scritto a mano sul dorso (rilegatura dell'epoca). Rarissima prima edizione, stampata nel convento di Campulori, di questo pamphlet repubblicano e indipendentista corso scritto da uno stretto collaboratore di Pasquale Paoli. Il torchio Campulori fu la prima tipografia nazionale corsa, e la seconda installata nell'isola, dopo la breve esperienza del marchese di Cursay, a Bastia, nel 1750-1752. Commissionato da Paoli per le esigenze della sua politica culturale, fu inviato da Napoli a Prunete nel gennaio 1760 e affidato alle cure del tipografo napoletano Domenico Ascione, sotto la responsabilità di padre Leonardu Grimaldi. Durante l'anno 1760, Ascione pubblicò due o tre opuscoli contro i genovesi e i francesi, ma anche il primo giornale ufficiale della Corsica, intitolato Raguagli dell'isola di Corsica, che apparve fino alla sconfitta di Ponte Novu nel maggio 1769. Nato a Belgodère, in Corsica, padre Bonfigliu Guelfucci (1721-1813), segretario generale dell'Ordine dei Servi di Maria, fu amico e consigliere di Pasquale Paoli e prese parte alla lotta contro la Repubblica di Genova e l'esercito di Luigi XV. Dal 1765, insegnò teologia alla nuova università di Corte e, nelle sue Memorie per servire alla storia delle rivoluzioni di Corsica (lette e apprezzate dal giovane Bonaparte), divenne lo storiografo della rivoluzione corsa. Nel 1794, scrisse la Costituzione del Regno di Corsica con Carlo Andrea Pozzo di Borgo. In La Corsica a suoi figli, Guelfucci afferma la necessità di un governo repubblicano basato su leggi giuste, che persegua l'utilità pubblica e il bene dei sudditi, che "richiede uno spirito di uguaglianza". Si oppone anche a valori arcaici come "il punto d'onore, peste e veleno della società umana". La Corsica a suoi figli è a volte confusa erroneamente con un altro pamphlet stampato lo stesso anno sugli stessi torchi, La Corsica a suoi figli sleali. Entrambe le opere furono ristampate a Bastia nel 1886. Dalla biblioteca del collezionista napoletano Francesco Carafa (1781-1846), duca di Forlì e conte di Policastro, con ex-libris. Timbri di Me Vincentelli, avvocato di Bastia, in fondo al titolo e alla fine del testo. Piccolo strappo sul dorso; interno foxed, come sempre; strappo riparato alle pp. 47-48 e piccole riparazioni marginali sul verso del titolo e a p. 7. Flori, n. 13303.

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