ÉLIEN LE SOPHISTE (Claude Ælien, dit). Variæ historiæ libri XIIII. Item rerum pu…
Descrizione

ÉLIEN LE SOPHISTE (Claude Ælien, dit).

Variæ historiæ libri XIIII. Item rerum publicarum descriptiones ex Heraclide. [Ginevra], Jean de Tournes, 1587. In-16, marocchino rosso, triplo filetto dorato, stemma al centro in un medaglione d'alloro dorato, dorso decorato con filetti e un numero ripetuto, bordi dorati, scatola moderna in tela verde (legatura parigina dell'epoca). Edizione molto bella stampata a Ginevra per Giovanni II di Tournes della varia Storia di Eliano († 235), storico, zoologo e oratore romano di lingua greca. Dei quattordici libri che originariamente componevano l'opera, sono sopravvissuti solo frammenti, in cui l'autore compila aneddoti presi da vari autori antichi, come Aristotele, Plinio e Ctesias, su una grande varietà di argomenti. Così, la collezione inizia con: "I polpi hanno uno stomaco incredibile e sono imbattibili nella loro capacità di ingoiare qualsiasi cosa". Elian passa poi a parlare della tessitura dei vestiti e poi delle rane d'Egitto. L'opera vale soprattutto per la sua conservazione di autori che sono andati perduti. La presente edizione, basata su quella pubblicata da Gesner a Zurigo, utilizza la versione greco-latina di Justus Vultejus (1529-1575) data nell'edizione princeps dell'opera, stampata a Roma nel 1545, alla quale aggiunge il corpus frammentario delle Costituzioni attribuito a Eraclide del Ponto. Bella stampa a due colonne, in caratteri greci e romani, decorata con una cornice arabescata al titolo, con scritte e bande in testa ai quattordici libri e con il marchio di Jean de Tournes sull'ultimo foglio. Una preziosa copia in marocchino rosso con le armi e le figure di Jacques-Auguste de Thou e della sua prima moglie, Marie Barbançon. Magistrato, statista, giurista, storico, umanista e bibliofilo, Jacques-Auguste de Thou (1553-1617) fu uno dei più importanti collezionisti di libri del suo tempo. La biblioteca erudita ed enciclopedica che aveva costruito a partire dalla collezione di suo padre, Christophe de Thou, con circa mille manoscritti e ottomila volumi stampati, rimase ineguagliata a Parigi fino alla metà del XVII secolo. Strumento di lavoro per lo storico e il giurista (de Thou è in particolare l'autore di un'importante Storia in sedici volumi), la sua biblioteca era anche aperta a studiosi, umanisti e studenti francesi e stranieri. Molto esigente circa lo stato dei suoi libri, de Thou li fece rilegare con la massima cura, prima in pergamena, poi in marocchino rosso, limone, verde o viola, della migliore qualità, timbrato con il suo stemma, al quale fece aggiungere lo stemma di Marie de Barbançon-Cany, sua moglie, dopo il suo primo matrimonio nel 1587, e poi, dopo il suo secondo matrimonio nel 1602, quelli di Gasparde de La Chastre, sua seconda moglie. Alla morte del presidente de Thou, la biblioteca, affidata ai fratelli Dupuy, custodi della biblioteca del re, fu ulteriormente ampliata da François-Auguste de Thou e da suo fratello Jacques-Auguste II, tanto da contenere circa trentamila opere nel 1679 quando passò per eredità all'abate Jacques-Auguste de Thou, che fece pubblicare il catalogo con il titolo Catalogus Bibliothecæ Thuanæ, in vista della sua vendita all'asta. Tuttavia, dopo la prima asta, Jean-Jacques Charron, marchese di Ménars, cognato di Colbert, decise di acquistare l'intera biblioteca e di unirla alla sua. Nel 1706 lo vendette al cardinale Armand-Gaston de Rohan, che lo lasciò in eredità a suo nipote, Charles de Rohan-Soubise. Con queste aggiunte successive, la biblioteca, con i suoi cinquantamila volumi, fu infine dispersa all'asta nel 1789. Descritto nel Catalogus Bibliothecæ Thuanæ del 1679 (I, 279), il presente volume non fu incluso nella vendita Rohan-Soubise del 1789. Infatti, alla fine del XVII secolo, apparteneva allo studioso Antoine Vyon d'Hérouval (1606-1689), di cui porta la firma sul titolo. Questa prestigiosa copia si trovava allora nelle biblioteche di Charles Giraud (1855, I, n°3272); Mme Théophile Belin (Parigi, I, 1936, n°55); Raoul-Édouard Cartier (1974, n°36), con ex-libris; e Michel Wittock (2005, III, n°18), con ex-libris. La copia è riprodotta nel volume di Musea nostra dedicato alla Bibliotheca Wittockiana (1996, p. 41). Piccoli restauri agli angoli e alle cerniere, alcune foglie ingiallite. Cartier, n°665 - Adams, A-220 - Gültlingen, IX, 255, n°710 - Moeckli, 120 - GLN-3245 - OHR, n°217.

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