Attribué à GUGLIELMO DELLA PORTA (Parlezza, 1515-Rome, 1577) 


BUSTO DELL'IMPER…
Descrizione

Attribué à GUGLIELMO DELLA PORTA (Parlezza, 1515-Rome, 1577)

BUSTO DELL'IMPERATORE ADRIANO "STAZIONE TERMINI Roma, 1560 circa Bronzo patinato, marmo H. 91 cm, L. 72 cm, P. 26 cm Questo imponente busto in bronzo e marmo, leggermente più grande del vero, poggia su un piedistallo di marmo ottagonale. Rappresenta un imperatore romano i cui capelli ricci e la barba permettono di identificarlo con Adriano. Adriano deve aver adottato questa innovativa acconciatura per distinguersi dal suo prozio e predecessore Traiano (regno, 98-117). Il suo status di capo militare è evidenziato qui dalla rappresentazione di una corazza di marmo la cui corazza segue la forma del corpo e sottolinea i muscoli pettorali. È decorato con un gorgoneion scolpito in rilievo al centro e un fermaglio a forma di rosetta sulla spalla destra. Il paludamentum imperiale attaccato alla spalla sinistra per mezzo di una fibula circolare nasconde la tracolla a frange visibile dall'altro lato. La finezza accentua l'espressione di forza che emana dalla testa di bronzo tenuta in posizione da un collo forte e abbastanza corto. Due orecchie ben pulite e accuratamente orlate incorniciano il suo viso, che appare calmo e sereno ma determinato. La modellazione dei lineamenti ricorda i ritratti imperiali scolpiti da Guglielmo della Porta nel trattamento deciso del mento, il naso qui leggermente arcuato, e la piccola bocca chiusa (fig. 1-2). La fronte è dritta, leggermente gobba per la sporgenza dei muscoli del sopracciglio. Lo sguardo è distante. Gli occhi sono ampi con una marcata depressione caruncolare. Gli zigomi sporgenti accompagnano gli effetti di pienezza e avvallamenti intorno al naso, con il suo ponte largo e le narici strette, circondato da profondi solchi naso-labiali che si estendono verso gli angoli della bocca. Il chiaro disegno che riflette il gesto sicuro dello scultore è particolarmente evidente nel trattamento dei capelli e della barba, che qui è al centro dell'attenzione. Sulla fronte, nove riccioli pesanti, a spirale, sono giustapposti da un orecchio all'altro in modo che i riccioli assiali siano i più imponenti. Due cappi sulla tempia sinistra si arricciano a sinistra, gli altri sette a destra; i cappi laterali si sovrappongono al lobo dell'orecchio. L'insieme, particolarmente elaborato, offre un incomparabile gioco di luci e ombre (fig. 3). I capelli che ondeggiano "a terrazze" dalla parte posteriore del cranio aggiungono al naturalismo del nostro ritratto. Il contrasto tra gli ampi riccioli dei capelli e la barba corta, finemente cesellata in piccole ciocche pressate e lavorate in virgole, è impressionante. I baffi sono discreti, rivelando la parte centrale del labbro superiore. Un confronto del nostro busto con le effigi monetarie ci permette di datarlo all'inizio del regno dell'imperatore. Questo busto corazzato fa parte della linea di ritratti ufficiali sviluppati a partire da Alessandro Magno (356-323 a.C.). Il prototipo del ritratto, definito nei laboratori ufficiali, doveva essere approvato dal sovrano prima di essere distribuito in tutto l'Impero, esposto nei luoghi pubblici e riprodotto sulle monete. Il modello è stato rinnovato nel tempo. I centocinquanta ritratti di Adriano che sono giunti fino a noi testimoniano l'eccezionale attenzione che l'imperatore prestava alla sua immagine, rivaleggiando in questo senso con Augusto. Gli specialisti hanno identificato sette tipi di ritratti ufficiali, basati sulla numismatica, che corrispondono a sette diversi periodi del suo regno. Il presente corrisponde al ritratto di tipo I, noto come "Stazione Termini", dal nome della stazione in cui la copia ora conservata nel Palazzo Massimo alle Terme fu trovata nel 1941. Ora sono stati identificati otto esempi. Uno si trova agli Uffizi di Firenze; un altro nel museo archeologico di Napoli, che proviene dalle collezioni della famiglia Farnese, di cui Guglielmo della Porta era lo scultore designato; un altro agli Uffizi di Firenze, dove era attiva anche la bottega dei Della Porta. La relazione con il busto di Firenze suggerisce che il nostro artista aveva accesso al modello antico (fig. 4). Il nostro busto, che mescola i materiali, continua una tradizione classica alla quale Guglielmo della Porta aveva dato nuovo vigore. Fece diversi busti o copie di antichità per i palazzi romani. I due Camilli acquistati dal cardinale Scipione Borghese (1587-1633) riproducono quello in bronzo del Campidoglio (fig. 5). Mentre i corpi in marmo possono essere antichi, le membra in bronzo patinato nero sono opera di Guglielmo della Porta. Questo stesso modo di scolpire i volti e di dar loro vita si ritrova nel busto di un uomo conservato a Montreal (fig. 6) così come nel nostro ritratto di Adriano, databile intorno al 1560. La sua presenza è attestata a Roma fin dal 1546.<

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