Francesco SALVIATI, seguito di
(Firenze, 1510 - Roma, 1563)
Veduta della sala dei mappamondi
nel Palazzo Saccheti a Roma
Penna, inchiostro marrone e lavaggio a inchiostro marrone
24,2 x 22,9 cm
Marchio della collezione in basso a sinistra (Lugt. 106)
Provenienza :
Collezione di Alfonso IV d'Este, duca di Modena e Reggio.
Il nostro disegno mostra una veduta della sala detta dei Mondi di Palazzo Saccheti a Roma (fig. 1); l'angolo di osservazione corrisponde a quello della parete parallela alla Via Gulia. Al centro si vedono "La morte di Saul" (fig. 2) e all'estrema destra "Saul e la strega di Endor" (fig. 3), due scene del ciclo di affreschi che ripercorrono la storia di Davide commissionato nel 1553 a Francesco Salviati dal cardinale Ricci di Montepulciano. In primo piano si nota un camino monumentale (fig.4). Che si tratti di una presenza reale o di un disegno (come potrebbe suggerire il fatto che sia disegnato a metà), la presenza di questo camino in prospettiva contribuisce a chiarire il ruolo che questo elemento doveva avere nella composizione iniziale di Salviati.
Dallo studio di Catherine Dumont su Palazzo Saccheti, infatti, sappiamo che la composizione degli affreschi che decorano questa sala si basa sui principi del "designo interno": Salviati si preoccupa di "sottrarre il suo decoro a qualsiasi legge di costruzione logica" per destabilizzare lo sguardo dello spettatore, che abbandona progressivamente ogni punto di riferimento e si trova costretto a partecipare al mondo di illusioni dell'artista.
Il sapiente disegno delle colonne che sorreggono i dipinti e gli arazzi con corde e nastri sostenuti da putti accompagnati da grandi figure allegoriche, perfettamente padroneggiato nel registro superiore, è tuttavia compromesso nel registro inferiore della boiserie, scandito da consolle con teste di donna alternativamente di profilo e rivolte verso la lunghezza delle pareti (fig. 5).
L'evidente incoerenza di questa parte della decorazione di base, proprio al livello di una mensola dipinta a trompe-l'œil, sorprende per il virtuosismo dimostrato nel registro superiore. Questa mancanza di maestria suggerisce che probabilmente in questo luogo esisteva un camino, sostituito in una data imprecisata da un goffo trompe-l'œil. Il nostro disegno ne conserva il ricordo e ci permette di cogliere meglio la sottigliezza della padronanza dello spazio di Salviati. La massa del camino sosteneva la composizione complessiva e la presenza di una statuetta, probabilmente un bronzo, posta di fronte sull'architrave del focolare restituiva la coerenza del pannello centrale. Sebbene l'originalità della soluzione proposta faccia pensare che si tratti di un'opera di Salviati, il nostro disegno non può essere attribuito a lui, essendo probabilmente una copia realizzata nella sua bottega.
Bibliografia:
- Catherine Dumont, Francesco Salviati au palais Sacchetti de Rome et la décoration murale italienne (1520-1560), Institut Suisse de Rome, Ginevra, 1973.
-Op. cit., p. 136, nota 6.
-Op. cit., p. 142.
-Op. cit., p. 149.
Stima 800 - 1.200 EUR