Drouot.com>Belle arti>Quadri>Dipinti antichi (prima del 1870)

Dipinti antichi (prima del 1870)

Lotti consigliati

Leandro Da Ponte, detto Bassano (Bassano del Grappa 1557 - Venezia 1622) - Leandro Da Ponte, detto Bassano (Bassano del Grappa 1557 - Venezia 1622) Partenza di Abramo verso la terra di Canaan Olio su tela 49 x 69 cm Molto interessante ai fini attributivi è notare come la nostra tela non sia una copia fedele all'originale di Jacopo Bassano, conservato presso la Gemäldegalerie di Berlino. Si notano variazioni nella disposizione degli animali, del vasellame di rame, nonché la figura femminile in basso a destra sostituita con l'immagine di un servitore. Queste osservazioni indicano la possibilità di accedere ai disegni di Jacopo e l'abilità di rivederli graficamente. Inoltre, osservando la tecnica pittorica caratterizzata da ampie campiture di colore magro, la luce diffusa e poco incidente su persone, animali e cose, si scorge, si intravedono tutte le peculiarità espressive di Leandro Bassano, al quale si attribuisce l'opera. Dopo la prima formazione in famiglia divenne collaboratore di Jacopo già nel 1575. Dopo un primo soggiorno del 1577, prese residenza a Venezia dal 1588 rimanendovi sino alla morte sopraggiunta nel 1622. In laguna ebbe molta fortuna e visse ostentando le sue possibilità economiche. Pittoricamente, dopo un primo periodo con l'adesione ai modi del padre, andò allontanandosi dallo stile tradizionale della famiglia adottando una pittura fatta di pacate superfici cromatiche, stese materia compatta e piatta e una luminosità diffusa. Fu un eccellente ritrattista, probabilmente grazie agli studi di Passarotti e Porbus, conseguendo, per qualità espressiva e introspezione psicologica, risultati simili al Moroni. Il suo bagaglio culturale, oltre alla stretta conoscenza della pittura veneta del XVI secolo, era formato dall'attenzione verso il manierismo di Federico Zuccari e a quelle fiamminghe di Abraham Bloemaert e Pauwels Franck detto Paolo Fiammingo. Le sue opere figurano in importanti musei del mondo come il Rijksmuseum di Amsterdam, Gallerie dell'Accademia di Venezia, Palazzo Pitti di Firenze, National Gallery di Londra e Gemaldegalerie di Dresda e moltissimi altri. Leandro Da Ponte also called Bassano (Bassano del Grappa 1557 - Venice 1622) Abraham's Departure Towards the Land of Canaan Oil on canvas 49 x 69 cm It is very interesting for attribution purposes to note that our canvas is not a faithful copy of the original by Jacopo Bassano, preserved at the Gemäldegalerie in Berlin. We note variations in the arrangement of the animals, the copper pottery, as well as the female figure at the bottom right replaced with the image of a servant. These observations, which indicate the possibility of accessing Jacopo's drawings and the ability to reinvent them, added to the pictorial technique characterized by large fields of thin colour, the diffused light and little incidents on people, animals and things, indicate Leandro Bassano as the author of the artwork.

Stima 2.000 - 3.000 EUR

Scuola caravaggesca napoletana del XVII secolo - Scuola caravaggesca napoletana del XVII secolo San Francesco Olio su tela 76 x 63 cm Nel 1606, Caravaggio fuggì da Roma rifugiandosi a Napoli. Nel primo soggiorno partenopeo, che durò circa un anno, eseguì una serie di grandi tele di soggetto sacro dove si nota il suo cambiamento di stile, la sua pittura diventò più scura e rarefatta, cruda nel suo realismo e la ricerca ossessiva della rappresentazione violenta, come dimostrano l'abbondare di teste tagliate da temi biblici, o i santi colti nell'atto del cruento martirio. Il punto di svolta, si compì con la realizzazione della grande pala Le Sette opere di misericordia, del 1606-07, che cambierà il corso della pittura napoletana del Seicento, con il coinvolgimento dei primi seguaci, come Carlo Sellitto e Giovani Battista Caracciolo, detto Battistello. Formati in ambito tardo manierista, Sellitto e Caracciolo fecero propria la luce caravaggesca e il realismo del maestro lombardo senza rinunciare ad un linguaggio personale fatto di reminiscenze delle forme plastiche manieriste per Sellitto e preziosismi descrittivi per Caracciolo memore della lezione di Orazio Gentileschi. Fondamentale e per certi versi epocale, fu l'apporto di Jusepe de Ribera, lo Spagnoletto, caposcuola dei caravaggeschi della seconda generazione come: Francesco e Cesare Fracanzano, Filippo Vitale, Bartolomeo Passante, Giovanni Dò, Giovanni Rica e il fiammingo Hendrick van Somer. Dalla metà degli anni Trenta, il filone caravaggesco napoletano fu influenzato dalla luminosità del barocco emiliano e romano grazie all'arrivo in città di Domenichino e Giovanni Lanfranco. Bernardo Cavallino, pittore precoce, iniziò con realismo caravaggista, con fascinazione per Simon Vouet e Artemisia Gentileschi conosciuta durante il suo soggiorno a Napoli. Prossimo a Massimo Stanzione, detto il Guido Reni napoletano, Cavallino ebbe un linguaggio estremamente colto e raffinato costituito dalla componente caravaggesca rivista in chiave classica, impreziosita dal vivido cromatismo veneziano di Tiziano e Veronese. Neapolitan school of the 17th century Saint Francis Oil on canvas 76 x 63 cm

Stima 8.000 - 12.000 EUR

Scuola francese o italiana del XVII secolo - Scuola francese o italiana del XVII secolo Quattro scene con giochi di bimbi Olio su tela 42 x 67,5 cm Il soggetto dei putti giocosi o danzanti è una ripresa dall’antico operata nel Rinascimento italiano, eseguita, tra gli altri, da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, Raffaello Sanzio e in scultura da Donatello. Successivamente il tema ebbe fortuna a Venezia con Tiziano e grazie a Jacopo Tatti detto il Sansovino, il quale inserì, nel cuore della città, Piazza San Marco, un gioco di putti e ghirlande sulla facciata della Biblioteca Marciana. Con la divulgazione delle stampe, ricordiamo, tra le altre, Cinque putti danzanti di Amico Aspertini e Cinque putti che danzano in cerchio di Marcantonio Raimondi, il tema ebbe vigoroso riscontro ben oltre i confini nazionali. In età barocca, il tema dei giochi di bambini fornì il soggetto per diverse serie di incisioni, che divulgarono il soggetto in maniera capillare e generando la produzione di dipinti dello stesso tema. Tra di esse ricordiamo: Scherzi e giuochi diversi de putti (Roma, 1647) di Giacinto Gimignani; Verscheyde aerdig kinderspel (Amsterdam, 1650 ca), con incisioni di Michiel Mosijn tratte da disegni di Cornelis Holsteyn; Kinderspiel di Conrad Meyer (Zurigo, 1657) e Les jeux et plaisirs de l’enfance (Parigi, 1657), con incisioni di Claudine Bouzonnet-Stella tratte da disegni dello zio Jacques Stella. French or Italian school of the 17th century Four Scenes With Children Playing Oil on canvas 42 x 67,5 cm

Stima 4.000 - 6.000 EUR

Scuola veneta del XVI secolo - Scuola veneta del XVI secolo Cristo portacroce Olio su tela 70 x 100 cm L'originale è conservato alla Scuola di San Rocco a Venezia e la sua paternità è disputata tra Giorgione o Tiziano. L'equivoco è di vecchia data, già nel 1550 Giorgio Vasari la descriveva come opera di Giorgione, ma nel 1568, nella seconda edizione delle Vite, si correggeva attribuendola a Tiziano. Alla fine dell’Ottocento l’opera fu riassegnata a Giorgione, ma la questione attributiva, ad oggi, non è ancora definitivamente risolta. Chi sostiene che sia di mano del Tiziano intravede in essa il realismo di matrice nordica dovuta agli influssi di Bellini, l’intensità drammatica, l'estraneità terrena delle comparse a seguito del Cristo. Per la schiera di studiosi propensi all'autografia del Giorgione, invece, sottolineano le affinità stilistiche con altre opere del maestro, come l'intensità espressiva della Vecchia conservata alle Gallerie dell’Accademia, e la profonda espressione d'umana rassegnazione del Cristo conscio dell'imminente tragico destino. Venetian school of the 16th century Christ Carrying the Cross Oil on canvas 70 x 100 cm The original is preserved at the Scuola di San Rocco in Venice and its authorship is disputed between Giorgione and Titian. The misunderstanding is long-standing, already in 1550 Giorgio Vasari described it as an artwork by Giorgione, but in 1568, in the second edition of the Lives, he corrected himself by attributing it to Titian. At the end of the 19th century, the artwork was reassigned to Giorgione, but the question of attribution has not yet been definitively resolved to this day. Those who claim that it is by the hand of Titian glimpse in it the realism of Nordic origin due to the influences of Bellini, the dramatic intensity, and the earthly extraneousness of the extras following Christ. For the group of scholars inclined towards Giorgione's autography, however, they underline the stylistic affinities with other artworks of the master, such as the expressive intensity of the Old Woman preserved in the Gallerie dell'Accademia, and the profound expression of human resignation of Christ conscious of imminent tragic fate.

Stima 4.000 - 6.000 EUR